La richiesta giudiziale di adempimento frazionato di una prestazione originariamente unica perché fondata sul medesimo rapporto contrattuale configura un’ipotesi di abuso del diritto ostativa all’esame della domanda stessa.
La più recente giurisprudenza della Suprema Corte ha infatti stabilito - al contrario di quanto affermato in anni risalenti dal collegio – che la condotta di frazionamento del credito in plurime richieste giudiziali di adempimento si pone in contrasto con il principio di correttezza e buona fede oggettiva – cioè della reciproca lealtà di condotta - che deve improntare il rapporto tra le parti non solo durante l’esecuzione del contratto ma anche nell’eventuale fase dell’azione giudiziale per ottenere l’adempimento. Il principio di buona fede, di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c., è infatti unanimemente considerata di natura precettiva, di per sé idoneo a far sorgere obblighi cogenti derivanti dagli inderogabili principi costituzionale di solidarietà sociale ex art. 2 Cost.
Tale condotta abusiva si pone inoltre in contrasto con il principio costituzionale del giusto processo ex art. 111 Cost.